Il tweaking del giradischi. Affiniamo gli strumenti…

23 Marzo 2020
Il tweaking del giradischi. Affiniamo gli strumenti…
Sorgenti & Streamer
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Un prodotto completo e finito può essere migliorato lavorando sui particolari? In senso generale è una risposta difficile da dare, ma se il focus è il giradischi allora abbiamo ampio margine per apportare migliorie che possono condurre a risultati anche importanti

Siamo soliti riferirci al giradischi come a un prodotto finito e “chiuso” e questo è sostanzialmente vero per i modelli più economici; cambia anche parecchio invece quando rivolgiamo l’attenzione a soluzioni di prezzo crescente. Questi, di fatto, sono un mix equilibrato di diverse parti, anche se ai nostri occhi sembra un prodotto unico. In linea di massima gli elementi che compongono un giradischi sono la testina (che a sua volta è il risultato di un’altra ulteriore combinazione di elementi), il braccio, la base, il piatto, il motore e l’alimentazione.

Elementi diversi che possono creare, a volte, dei problemi di perfetto bilanciamento tra di loro, sopratutto nei confronti di chi si avvicina per la prima volta a un prodotto di livello elevato. Ma questa stessa natura permette, d’altra parte, di poter intervenire su questi componenti per migliorare le loro prestazioni, ottimizzare l’interazione con gli altri, sostanzialmente per modificare in qualche modo il risultato finale in base alle proprie esigenze.

Chiaramente questo lavoro di “affinamento” presuppone conoscenza di quello che si sta facendo, un minimo di esperienza sempre necessaria per ogni tipo di intervento in qualsiasi campo. Nel caso del sistema giradischi possiamo iniziare anche con piccoli gesti, facili da attuare anche per chi è all’inizio senza il timore di danni o malfunzionamenti. I possibili interventi su un giradischi sono realizzabili in due fasi: per la sua regolazione iniziale subito dopo l’acquisto oppure successivamente per ottimizzare alcuni parametri e caratteristiche.

UNBOXING

Nei modelli più recenti di giradischi, e in modo particolare in quelli dal costo medio e basso, la fase di regolazione iniziale è quasi sempre realizzata sulla linea di produzione: braccio e testina sono al loro posto, già ottimizzati in geometrie e regolazioni, per cui c’è da fare poco. Questo poco generalmente si limita allo sbloccaggio di alcuni fermi che impediscono alle parti mobili del giradischi (piatto e braccio) di muoversi durante il trasporto. Probabilmente c’è solo da inserire il piatto nella base. In questo senso molto probabilmente il produttore del giradischi ha inserito nel packaging del giradischi anche una confezione di olio minerale da utilizzare proprio per far scivolare il perno nella sua sede e per la sua lubrificazione durante l’uso successivo nel tempo.

Il perno è uno degli elementi più importanti di tutto il sistema, la sua perfetta integrità permette una rotazione ideale del piatto e di conseguenza ottenere le prestazioni promesse. Il perno è realizzato con alta precisione, ogni microscopico danneggiamento della sua struttura è un grosso problema. Inserire l’olio nella sede, come sicuramente è spiegato nelle istruzioni, e quindi inserire il perno che entrerà molto lentamente ma questo è normale: le tolleranza tra i due elementi sono minime per cui il movimento orizzontale è ridottissimo. Non avere fretta in questa fase e non forzare la discesa del perno nella sua sede: la giusta lubrificazione e il peso del piatto faranno il lavoro per voi.

In caso di giradischi a cinghia, questa va installata con l’accortezza di non estenderla eccessivamente e, se consigliato dal produttore, trattarla con spray specifico per tenerla elastica e funzionale nel tempo. Braccio e testina, come detto, sono spesso già installati altrimenti questa è la parte più delicata per far partire il nuovo giradischi appena acquistato. Iniziamo con il braccio, diamo per scontato che sia collocato nella sua sede naturale: montiamo la testina (anche se la regoleremo in seguito) e l’appoggiamo sul disco che avremo collocato sul piatto.

La prima verifica visiva è che nella sua posizione di lavoro il braccio sia parallelo al disco stesso, altrimenti bisogna intervenire sulla regolazione dell’altezza del braccio (VTA) per ottenere questo parallelismo. Operazioni più delicate invece sono quelle della regolazione dell’antiskating e della forza di appoggio. L’antiskating è il controllo che impedisce alla testina di essere spinta verso il centro del disco seguendo la naturale forza centripeta: la sua uniformità di spostamento è fondamentale per avere la lettura ideale del solco e di conseguenza le migliori prestazioni meccaniche e soniche.

La forza di appoggio è proprio la forza con cui la puntina tocca il solco: un carico troppo leggero o troppo accentuato portano a funzionamenti non ideali della fase di lettura del solco. Per l’antiskating bisogna portare a zero la rotella specifica (di solito collocata alla base del braccio) per la forza di appoggio ruotare il contrappeso fino a che il braccio non rimane in equilibrio orizzontale da solo. A questo punto si porta a zero il valore del contrappeso così da questo punto in poi si…

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