COSTRUTTORE Sony Corp. – Giappone
DISTRIBUTORE Sony Europe Limited – Sede Secondaria Italiana – www.sony.it
▲ PRO
• Rapporto Q/P
• Semplicità d’uso
▼ CONTRO
• Assenza display
• Assenza controllo vocale
Una volta scemato l’interesse per gli impianti multicanale da 5 e più satelliti da mettere in giro per la stanza, le grandi case costruttrici come Sony hanno spostato il campo da gioco – e quindi la sfida – nel settore degli speaker “unici”, quelli che sopperiscono alle carenze dell’audio dei comuni televisori e che, grazie ad altoparlanti integrati di dimensioni dignitose, sono in grado di attuare una ricostruzione scenica acustica adeguata alle dimensioni (ormai) generose dei maxi TV.
Il “parlato” di film, concerti ed eventi sportivi, alla pari degli effetti sonori, dunque, per merito delle cosiddette soundbar (aiutate spesso da unità separate dedite alle basse frequenze, i subwoofer) non occupa più un posto in secondo piano ma è coprotagonista dell’evento audiovisivo. Osservando con attenzione il fenomeno dell’entertainment audio/video, questa è stata un po’ la naturale involuzione cui si è giunti per questioni di costi, spazi e praticità d’installazione. E Sony naturalmente intende continuare a giocare un ruolo da protagonista in questo ambito, se non altro per l’effetto traino che essa stessa genera attraverso le tecnologie legate agli standard A/V in materia di processamento e trattamento del segnale. I suoi lettori Blu-ray, infatti, sono tra le migliori sorgenti reperibili sul mercato odierno in materia di ascolto musicale e visione, così come i televisori Bravia di alta gamma (LED e OLED) fanno posizionare il brand tra i top 5 a livello mondiale per qualità visiva.
Con le soundbar e i kit 2.1, dunque – che sarebbe sin troppo riduttivo considerare “accessori” -, l’azienda di Tokyo offre agli utenti dai gusti minimalisti delle soluzioni particolarmente valide da un punto di vista puramente tecnico, e versatili dal punto di vista delle funzioni e praticità d’uso. Sony, in altri termini, con le soundbar chiude il cerchio per l’intrattenimento A/V domestico, ottenibile a fronte di spese accessibili per chiunque. Quella in prova è un modello intermedio del catalogo del costruttore giapponese ed è superata attualmente dalla HT-X8500 e dalla HT-ZF9 (quest’ultima è però un 3.1 ch).
Grazie ad un prezzo senza dubbio appetibile (considerato che lo street price scende addirittura sotto il muro dei 200 €), la HT-S350 può destare la curiosità dei più scrupolosi e meritare un posto in prima fila tra i possibili candidati della categoria “speaker HT da acquistare”.
La HT-S350 è una soundbar classica, che nasconde poco o nulla alla vista, e viene commercializzata in abbinamento ad un subwoofer attivo wireless, per costituire il più tradizionale degli impianti audio 2.1 canali. Anche l’estetica non spicca per originalità: le plastiche utilizzate sono piuttosto rigide e del consueto colore nero opaco. Solo la parte superiore suscita un minimo di attenzione per via dell’effetto della superficie simile alla pelle lavorata e per la soluzione dei comandi a sfioramento, sempre più intriganti rispetto ai consueti tasti. Sul retro sono ben visibili le predisposizioni (ai lati) per un eventuale posizionamento a parete (visto il peso contenuto, basterebbero due normalissimi tasselli che scomparirebbero alla vista), mentre frontalmente in controluce si intravedono gli altoparlanti integrati.
Nell’equipaggiamento del kit, Sony continua la tradizione dei driver ellittici (già incrociati nella soundbar HT-XF9000, provata su HC 79) per il diffusore frontale: in questo caso, siamo di fronte a due driver da 52×90 mm, tenuti belli svegli da un sistema di amplificazione da 45 W per canale. Il sub separato, invece, sfrutta uno speaker tradizionale da 16 cm in un volume complessivo di 28 litri, con sistema di caricamento dei bassi in bass-reflex anteriore.
La potenza dichiarata su un carico di 2,5 Ohm è di 150 W. Sulla soundbar, posteriormente e in una nicchia, gli unici connettori visibili sono una porta HDMI (con circuito ARC) e un ingresso digitale ottico. Sul sub, invece, la verve essenzialista è ancora più accentuata: a parte il tasto di accensione, infatti, c’è soltanto quello per la sincronizzazione con la soundbar. Su questa unità, inoltre, avremmo visto di buon occhio la presenza di piedini più sostanziosi per il distacco dal pavimento, al posto di quelli – quasi impercettibili – montati di serie.
All’interno del singolare packaging (dalla bizzarra forma a “L”) troviamo l’indispensabile e sottile telecomando, sul cui frontale compaiono i comandi principali. Genera qualche dubbio la scelta di posizionamento degli effetti audio preimpostati, distanti tra loro, ma nel complesso l’ergonomia è…
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