Integrazione vuol dire anche far convivere due diverse realtà dell’automazione nonché hi-fi e home theater fianco a fianco, il tutto nel rispetto dell’arredo e di chi vive la casa. Ce lo dimostra FuturHome.
Questa abitazione è nata come appartamento monolivello nel quale il proprietario aveva fatto installare a suo tempo un sistema MyHome di BTicino per una migliore gestione delle luci, della termoregolazione, della sicurezza. Il sistema di intrattenimento, però, vera passione del propretario, era rimasto svincolato, da un lato per via dei limiti in tal senso di MyHome, dall’altro per via del desiderio di mantenere questo impianto a sé, quasi puro nella sua eccellenza. Già, perché si trattava di un sistema hi-fi con elettroniche McIntosh inserito in un contesto home theater, con tvc al plasma Pioneer, sintoampli dello stesso marchio e così via.
Il tutto con un’installazione a bassissima invasività, ideata dallo stesso padrone di casa e dal suo architetto: una nicchia nella parete che ospita il display nasconde elettroniche e diffusori, grazie a uno sportello. Oggi questo impianto, in parte aggiornato e in parte semplificato, arricchisce ancora quella che da salone è diventata la sala hobby-relax.
Già, perché nel frattempo la casa è cresciuta su due livelli, con una ristrutturazione che ha trasformato il primo piano in zona notte e il secondo in zona living. Ed è durante questa ristrutturazione che è entrata in scena FuturHome.
COMBINAZIONE VINCENTE
Con l’occasione della ristrutturazione, il proprietario voleva innanzitutto ritagliarsi una sala hi-fi e home theater in salone, ferma restando però la massima invisibilità nell’ottica del… mantenimento della “pace familiare”, ma desiderava anche proseguire nell’opera di automazione al secondo piano, coinvolgendo stavolta le motorizzazioni (persiane esterne). Ma non è solo questo che è stato chiesto allo staff di FuturHome, perché sono state poste come condizioni il mantenimento del MyHome per quanto riguarda la domotica nonché l’integrazione della parte audio e video, il tutto a fronte di un sistema di supervisione globale. Tutto ciò – come se non bastasse – mantenendo la massima invisibilità e offrendo semplicità d’uso, intesa non solo come interfaccia grafica intuitiva, ma anche come mantenimento degli interruttori tradizonali per le azioni più comune.
Insomma, una bella gatta da pelare per lo staff di FuturHome che, però, non si è perso d’animo e ha progettato una struttura basata su una logica AMX che da un lato supervisiona (e comanda a livello di input da touch) la domotica targata MyHome in tutte le sue sfaccettature (quindi luci in on/off e dimmer, climatizzazione attraverso la caldaia dei termosifoni e pompa e ventole della refrigerazione centralizzata, le suddette persiane e pure i carichi elettrichi), dall’altro gestisce direttamente tutta la parte intrattenimento. La comunicazione tra il bus MyHome e AMX avviene attraverso l’apposito Gateway BTicino, ma da tutto ciò rimane fuori il sistema antifurto MyHome che per questioni di sicurezza rimane chiuso all’interno del “suo” sistema, pertanto è comandabile attraverso i piccoli touch da parete L4684 (con display a colori da 3,5”).
Al contrario, la videosorveglianza, che è un sistema a sé, è perfettamente integrato in AMX, nel senso che è possibile controllare le telecamere e le registazioni dal touch-panel, oltre che da remoto per mezzo della “app” per iPhone e iPad. La remotizzazione dell’intero sistema, invece, va ascritta ancora ad AMX ma, in luogo della più nota “app” TPControl dello stesso costruttore americano, è stata invece scelta iTeleport: la permette di usare il touch-panel (o un computer…) come se lo si stesse utilizzando in locale.
A proposito di interfacce con il sistema, FuturHome ha previsto un touch-panel wireless di AMX con dock in salone e due telecomandi MIO (uno per piano) del medesimo costruttore, che il proprietario trova irrinunciabili soprattutto per il controllo dell’intrattenimento perché “abbinano la praticità di un classico telecomando alla versatilità di un pannello avanzato”. Ed è lo stesso proprietario a stupirci affermando di preferire di gran lunga il touchpanel specializzato all’iPad per il controllo dell’abitazione, preferendo usare questo e l’iPad solo da remoto.
UN SISTEMA AL TOP
Il salone è il fulcro dell’intrattenimento, progettato in modo che il proprietario possa godere al meglio sia di ascolti hi-fi, sia di film spettacolari. L’installazione riprende i concetti abilmente impiegati al piano inferiore, ma li estremizza per una parete che normalmente mette inmostra solo il plasma da 60”, ma in posizione operativa dà accesso agli speaker e alla splendida batteria di elettroniche, nella quale campeggiano ben quattro McIntosh. Ma non è tutto, perché il display è basculante non per orientare la visione, bensì per dare accesso a uno spazio che FuturHome ha abilmente sfruttato come vano tecnico, quindi per l’installazione del processore di automazione, delle matrici audio e video, del DVR del sistema TVCC e dell’UPS.
Soprattutto, lo staff capitanato dall’ing. Fabio Errico ha sviluppato un multiroom con audio e video paralleli, nel senso che fa riferimento a matrici diverse, una Tango di AMX il primo e una Kramer HDMI la seconda. Le zone coperte sono otto (salahobby al primo piano e salone, cucina, area pranzo, studio, bagno e camere al secondo) e solo il bagno rinuncia alla parte video. A proposito di questa, comunque, solo il salone e la sala hobby sono effettivamente attive in tal senso, perché le altre sono predisposte e pronte in HDMI nell’attesa che il proprietario scelga i vari display.
Nel salone, infine, non è solo il tvc al plasma a essere supportato dall’incredibile sistema audio multicanale: perfettamente dissimulato, è presente un videoproiettore con telo dedicato. La motorizzazione di quest’ultimo e dello stesso videoproiettore (oltre al sistema scaldabiancheria in bagno: una chicca) sono gestiti direttamente dal processore di automazione AMX.
A colloquio con il progettista
Nonostante sia una realtà giovane, FuturHome vanta un’elevata professionalità per via della formazione del suo team, composto da tecnici del campo informatico, elettronico ed elettrotecnico.
Dal 2005, FuturHome punta a far conoscere e diffondere l’integrazione, con specializzazione nel settore residenziale e nello yachting, oltre alla building automation. Come di consueto, ci ha accompagnato nella visita il suo “deus ex machina”, l’ing. Fabio Errico.
HC – Non è il primo caso di impianto misto, ovvero non solo con marchi diversi, ma addirittura con logiche differenti: quante difficoltà si incontrano a sviluppare queste soluzioni “ibride”? E il risultato finale ne soffre?
Fabio Errico – Avendo la fortuna di utilizzare AMX come supervisore, è possibile far dialogare tra loro vari impianti e prodotti con il “plus” di far fare cose che un semplice impianto come MyHome non sarebbe in grado di gestire. Ovviamente, bisogna valutare bene, volta per volta, le potenzialità del sistema che si vuole utilizzare, perché c’è sempre qualche collo di bottiglia che limita il sistema… Ma, in linea di massima, con i prodotti giusti si possono ottenere prestazioni da “grandi” anche con “piccoli” costi!
HC – I sistemi multiroom dal solo audio stanno aprendo sempre più al video, tra l’altro in HD. Questa ulteriore distribuzione comporta difficoltà per voi system integrator?
Ed è sempre meglio ricorrere a due matrici distinte (audio e video)?
F.E. – Premetto che la distribuzione video in HD ha delle problematiche non indifferenti di compatibilità, soprattutto se si lavora con prodotti consumer… In ogni caso, molti clienti preferiscono distinguere l’ascolto di alcune sorgenti tipiche da “filodiffusione” come la radio o contenuti presenti in uno smartphone/ lettore MP3 dalla visione di altre, quindi è quasi naturale scindere le due cose. Dove non è richiesta la visualizzazione in Alta Definizione è ancora pensabile utilizzare una sola matrice che gestisca sia l’audio che il video, ma con le nuove tecnologie e l’arrivo in modo massiccio del 3D sta via via scomparendo. Naturalmente, la doppia matrice specializzata ha costi più importanti.
HC – Un plus di FuturHome è il software grafico di interfaccia. Come si arriva allo sviluppo della soluzione personalizzata e quali sono gli step critici?
F.E. – Il trucco per sviluppare una grafica “custom” è la pazienza…tanta! Considerando le richieste e le necessità dei vari clienti, veri utilizzatori del sistema domotico attraverso più tipi di interfacce, abbiamo investito molto tempo per realizzare due grafiche
completamente diverse tra loro, ma che svolgono tutte le funzioni che ci vengono richieste. A parte qualche piccola sostituzione di immagini o modifica di impaginazione, a oggi le
proponiamo come standard.
HC – I dispositivi iOS di Apple stanno diventando sempre più popolari anche nell’integrazione, grazie anche alle “app” specifiche: sta iniziando il tramonto dei touchpanel specializzati?
F.E. – La stabilità e le prestazioni di un pannello professionale non potranno mai essere equiparate a un prodotto consumer. Se parliamo di sostituire un pannello di supervisione con un tablet in cui è installata una “app” ufficiale è un conto, altrimenti è come avere un unico telecomando universale ma, invece di replicare i telecomandi degli apparecchi, ci vorranno poi tante “app” quanti sono i componenti del sistema, ammesso che sia compatibile e collegato alla rete. L’integrazione è ben altra cosa rispetto a un dispositivo di controllo all-in-one.